---

Newsletter del 09 Ottobre 2014

 

Nuovo post pubblicato su triasunt.it

---
Con la mente, con il cuore

Con la mente, con il cuore

Quando raggiungi, alla fine di un duro cammino, un masso isolato, lassù, in alto, sulla montagna e scoprì che qualcuno, non si sa quando, ci era arrivato ben prima di te per lasciarvi segni, incisioni, coppelle, immagini dipinte con pigmenti ocra... passata l'emozione del ritrovamento o della conquista, mentre guardi e rimiri il manufatto non può che coglierti, ad un tratto, lo sgomento di non riuscire in alcun modo ad afferrare quel che aveva il suo ignoto autore nel cuore, nella testa, nella pancia quando lo fece. O forse ti pare, di tanto in tanto di intuire qualcosa, che poi però sfugge. O ancora ti prende la ribellione verso quell'incapacità di capire e ti sforzi inutilmente di formulare una spiegazione.

Capita spesso. Capita cercando di penetrare i “misteri” dell'alchimia, di un rito cristiano o di certi cavalieri furbacchioni, di spiegare come gli Egizi potessero sollevare blocchi di settanta tonnellate senza neppure una ruota o i Babilonesi dalla polvere terrosa concepire la Porta di Ishtar.

Certo, finché sono oggetti o comportamenti riconducibili al vivere quotidiano, la soluzione sembra semplice. Lungi dal voler criticare l'importante e imprescindibile opera di chi vi si è cimentato, un contenitore rimane, per questi “tecnici”, pur sempre un contenitore, che sia un'anfora, un vasetto per balsami, un'urna oppure un'olpe. Impermeabilizzato all'interno serve a conservare liquidi e solidi, bruciacchiato all'esterno probabilmente è una pentola. Quanto alla forma, se non ha un qualche inatteso scopo pratico, è senza dubbio un vezzo, un capriccio o una tendenza artistica da usarsi come “guida” per altri ritrovamenti simili.

Leggi tutto.

---
---