10/29/23

Della Radioestesia e del Sentire con il Cuore

Una questione che spesso ci viene sottoposta in Associazione è relativa al perché chiamiamo il nostro percorso di sviluppo del potenziale dell’uomo “Sentire con il Cuore” anziché “radioestesia”. Potremmo semplicemente rispondere che non sono la stessa cosa ma è una affermazione fin troppo riduttiva. L’argomento richiede un commento ben più esaustivo e profondo.

Il termine “radioestesia” è moderno e fu coniato negli anni ‘20 del XX secolo da un bravo pendolista1 francese, l’abbé Bouly, unendo il latino “radius” (raggio) e il greco “estesia” (estensione), per indicare la particolare ed aumentata sensibilità che travalica i cinque sensi2, a cui l’uomo può pervenire mediante l’uso di appropriati strumenti, quali pendolini e forcelle.

Leggi tutto: Della Radioestesia e del Sentire con il Cuore

Bouly sapeva bene che l’unico e vero strumento è il corpo vivo, ma sosteneva l’inevitabile necessità di amplificare il segnale di percezione attraverso utensili idonei. Il termine, quindi, all’inizio servì a classificare e ad accorpare le tecniche espressamente strumentali con cui espandere il “raggio di azione” personale.

Continue reading

10/28/20

Storia dell’uomo che trovava le tombe con il pendolino

Talvolta eventi fortuiti fanno riemergere dalle nebbie del passato storie dimenticate e curiose ma che meritano di essere raccontate anche se minacciano di sollevare dei gran polveroni. Quello che mi accingo a circostanziare è proprio uno di quei fatti, che lasciano interdetti per la stranezza di ciò che accadde e perché il testimone è il protagonista stesso, uomo di chiara fama e di indubbio prestigio, che non si fece scrupolo di pubblicare un libro sulla questione a proprie spese, affinché non se ne perdesse memoria.

Cosa pensereste se vi dicessi che Felice Pattaroni, «cavaliere al merito della Repubblica» e scopritore dell’ampia necropoli e dell’abitato del IV-V sec. a. C.di Pedemonte, presso Gravellona Toce (VB), individuò una per una le tombe (circa 126) vagando per la campagna con un pendolino per le mani?

Questo è quanto scrive a chiare e vivaci lettere lui stesso in un piccolo libro fatto stampare a sue spese, dal titolo «Come si diventa Radioestesisti», con il quale appunto rivendica anche il modo in cui giunse a fare le sue straordinarie scoperte.

Continue reading
06/26/18

Il mistero di Theopoli, la città perduta delle alpi provenzali

Tratto da www.francescoteruggi.com

Sul versante alpino francese sud-occidentale, bagnato dalle placide acque della Durance, c’è ancora un enigma che resiste al tempo e agli uomini. In una stretta valle, una “pietra scritta” di epoca gallo-romana, incisa in un enorme masso che domina il corso tortuoso del torrente Riou, è l’unica testimonianza certa dell’esistenza di un “locus” leggendario chiamato Theopoli, scomparso dalla memoria e mai più ritrovato.

Il testo celebra l’impresa del prefetto gallo-romano Claudius Postumus Dardanus, che, fra il IV e il V sec., fece aprire, tagliandola nella viva roccia, la nuova e più agevole strada per raggiungere l’odierna piana di Saint Geniez, prima accessibile soltanto risalendo il difficile e assai più lungo percorso attraverso la valle di Vançon. Composta in parole semplici, l’iscrizione non ha ancora svelato tutti i suoi segreti, primo fra tutti l’assenza di riferimenti cronologici, inusuale soprattutto in epoca romana. Diciassette foglie di edera, pianta sacra a Dioniso come la vite, intervallano la scrittura e la valenza anche funeraria di questo rampicante potrebbe suggerire che sia stata incisa dopo la morte del potente condottiero, in suo onore e memoria.

Nascondono, come un codice, in bella vista un messaggio comprensibile solo ai meritevoli.

Dardanus è un personaggio storico conosciuto e misterioso insieme. Prefetto di tutte le Gallie, immenso territorio che comprendeva anche la Spagna e la Bretagna, era stato inviato in Provenza dall’Africa per contrastare la calata dei Vandali e poi dei Visigoti.

TheopoliA2

Di origini modeste – aveva cominciato la propria carriera come “advocatus” – portava il nome del mitico tiranno di Troia, figlio di Zeus e della regione di Dardania, raramente in uso e soltanto in Africa e in area ellenica. Nella “pietra scritta” viene poi celebrato come “vir inlustris” e la moglie Nevia Galla, nella stessa iscrizione, come “clarissima et inlustre”, titoli che indicano l’appartenenza di entrambi all’aristocrazia senatoriale più potente della loro epoca.

Continue reading

07/7/16

Cos’é il sentire cellulare?

È il sentire la vita attraverso le cellule, in ogni sua forma, forza, collegamento. Non è un agire arbitrario, ma un particolare e preciso tipo di «sentire» che rileva lo stato dell’esistenza, il quale non è mai lo stesso ed è in continuo cambiamento. Questa capacità esiste potenzialmente in tutti ed è fattibile da chiunque, prima o poi.

Tutto è «campo» e tutto è un insieme di «onde» più o meno veloci, più o meno dense. Anche il nostro corpo fisico, in realtà, è un campo, soltanto molto più denso e rallentato. Perciò tutto e tutti siamo una stessa cosa ed esistiamo secondo le stesse regole. Siamo fatti di ciò di cui l’intero universo è fatto, non siamo «altro» dall’esistenza. Siamo l’esistenza stessa, come qualunque altra cosa, ognuna a modo proprio.

La conoscenza vera, l’unica che può renderci veramente liberi, è quindi figlia della saggezza del nostro corpo, che in sé non ha «filtri» ed è sempre in risonanza con tutto. Il nostro corpo tutto sa e tutto conosce, a modo proprio. Il nostro campo e il nostro corpo, come ogni altro, ad ogni livello, contengono in sé tutte le informazioni dell’universo e sono naturalmente in relazione, sempre e comunque, con tutto l’esistente.

Continue reading

03/2/15

Testando una materia rossa

Testando, quando una cosa qualunque ti capita per le mani, ti pare di poterla capire in poche mosse, ma finisce che ci passi serate intere. E poi ancora non ti basta. Tutte le sfumature e le variazioni che ti svela pian piano, non le potresti enumerare mai.

Un grumo informe di materia secca, rossastra e senza apparente odore, può sbocciare come il più inaspettato dei fiori.

Quel colore! Quel rosso speciale, rubicondo e plumbeo insieme, è un pigmento prezioso, usato tanto tempo fa, solo su certe particolari croci di legno. In verità si usava molto prima, almeno fin dall’epoca classica. Difficile da applicare… sfugge, cangia, striscia via se non l’assecondi dolcemente ma con mano ferma.

Come un fuoco che non brucia il legno, ti avvolge poco a poco. Senti e intanto usi il corpo come una mappa, poiché è ciò che meglio conosci. Esterno, in mezzo, interno. Sopra, sotto, davanti e dietro.

Continue reading

10/22/14

Balma dei Cervi: la preghiera degli Dei

Nel 2012, quando la sovrintendenza ha ufficializzato la scoperta e ha posto sotto la sua protezione la Balma dei Cervi in Valle Antigorio, mantenendone segreta l’ubicazione, riscontrava che “si sono avuti alcuni distacchi della crosta calcarea, con l’asportazione delle pitture; alcuni distacchi sono in corso con margini sollevati di 1 o 2 mm”. Nella nostra breve visita due anni dopo, la delicata situazione in cui le pitture versano è stata inequivocabilmente evidente anche ai nostri occhi inesperti. È un miracolo che questi inestimabili messaggi sulla roccia siano ancora lì dopo millenni.

Ci appelliamo dunque affinché tutte le autorità provvedano al più presto
alla loro messa in sicurezza, così come già ampiamente promesso e prospettato.

E ci appelliamo a tutti voi affinché il vostro desiderio di avvicinarle, per quanto comprensibile,
alimenti invece il buon senso e il rispetto verso questo dono meraviglioso che viene da lontano.

Abbiamo raggiunto la balma non per curiosità, ma per raccontare, sensibilizzare e invitare al rispetto, affinché il nostro patrimonio non vada distrutto e dimenticato. Non riveleremo dove si trova. Questo gioiello deve rimanere segreto per rimanere protetto.

Ci appelliamo affinché la Balma continui ad essere per l’umanità.

Francesco Teruggi, TriaSunt Associazione Culturale –

  Continue reading

08/13/14

Strutture Energetiche

PREMESSA

Ogni cosa esistente è il risultato dell’interazione fra tre forze polarizzate: plus, minus, neutro. Le prime due hanno comportamento opposto e tra loro complementare. La terza è il legante tra le due e l’azionatrice.

Le tre forze compenetrano e caratterizzano tutti gli strati della realtà.

Prendiamo ad esempio il pane: il plus e il minus sono la farina e l’acqua, mentre il neutro è il calore della cottura, che trasforma l’impasto in vero e proprio pane. La forza neutra trasmuta i due elementi polarizzati in un nuovo stato dell’essere.

LE TRE FORZE

Tutto ciò che esiste è costituito da tre forze e dal loro continuo interagire reciproco. Esse sono compresenti ad ogni ordine di grandezza, sono la struttura e la funzione di ogni cosa.

Esse sono:

Forza PLUS: potenzia, afferma e dà la direzione al moto; è la forza maschile e, in quanto direzionatrice, è la forza selezionante delle frequenze che compongono via via il ritmo. Anche l’intenzione è, almeno inizialmente, PLUS e produce direzione.

Forza MINUS: struttura e ristruttura, adatta le frequenze alle necessità del qui-ed-ora e dell’ambiente; questa forza crea il contenitore, procura e assembla il materiale corretto per accogliere il PLUS e la sua azione, contenendolo e determinandolo per realizzare la realtà.

Forza NEUTRA: riequilibra gli eccessi e gli sbilanciamenti delle prime due forze, collega e mette in equilibrio le polarità, mantenendole legate. In questo senso funge anche da collante tra loro, creando i percorsi e i collegamenti corretti in cui potrà esprimersi il Ritmo.

La realtà e ogni evento di cui è costituita sono sempre l’interazione fra queste tre forze. Esse agiscono in una successione infinita di cicli strutturati in sette steps, che creano gli strati infiniti della materia.

Continue reading

06/3/14

Mevlana e la guida

Di là dalle idee, di là da ciò che è giusto e ingiusto, c’è un luogo. Incontriamoci là

(Jalāl al-Dīn Rūmī)

Se i maestri, quelli veri, come si dice, non sono di questo mondo e ad esso non si mostrano poiché non li merita, si dovrebbe invece prestare maggiore attenzione alle “guide”, un po’ meno rare e assai più terrene, che spuntano qua e là nella storia.

Una guida non è un capo, né un condottiero; non è un duce, né un comandante. Una guida è soltanto colui che indica una direzione, un cammino, precedendo o accompagnandosi agli altri.

Una guida è in effetti come una “banderuola segnavento”. Essa non indica il vento per volontà, bensì grazie all’armonia generale della sua costruzione, che le consente di disporsi nella direzione del vento, compensando e accogliendo tutte le spinte e le controspinte e vibrando in risonanza con esso.

Continue reading

05/3/14

Del DIRE, del NON DIRE

Cosa dire a chi ti sta di fronte? Ma soprattutto “quanto dire”, “fin dove spingersi” e “in che modo”? Non importa quale sia l’argomento, il difficile è sempre “rapportarci” con chi ci ascolta e con chi ascoltiamo. Perché la mente cosciente di ognuno è “Un intero regno su cui ciascuno di noi regna solitario e recluso, contestando ciò che vuole, comandando ciò che può”.

Bello sarebbe se conoscessimo tutte le lingue e tutti fossimo vicendevolmente comprensibili senza fraintendimenti, senza bugie e senza inganni. Ma ognuno di noi ha in sé una cultura, un’educazione e una predisposizione specifica che costruiscono per ciascuno un linguaggio, un “codice” diverso e unico.

Perciò la soluzione cui tutti al più perveniamo, quello che di solito facciamo, meccanicamente, è adattare la nostra esposizione o la nostra attenzione agli scopi che ci prefiggiamo, ai benefici che pensiamo di trarre, a ciò che vogliamo ottenere, con tutta l’arbitrarietà che comportano.

La menzogna, voluta o meno, è sempre in agguato; la possibilità di una comprensione oggettiva e reciproca, per quanto desiderata è invece poco più di un miraggio. Viviamo come mondi separati e mai veramente conciliabili: ogni essere umano è un mondo a sé, una realtà poco o per nulla consapevole, che comunica con gli altri quel tanto che gli serve, per i propri intenti e il proprio esclusivo beneficio.

Continue reading