Mevlana e la guida

Di là dalle idee, di là da ciò che è giusto e ingiusto, c’è un luogo. Incontriamoci là

(Jalāl al-Dīn Rūmī)

Se i maestri, quelli veri, come si dice, non sono di questo mondo e ad esso non si mostrano poiché non li merita, si dovrebbe invece prestare maggiore attenzione alle “guide”, un po’ meno rare e assai più terrene, che spuntano qua e là nella storia.

Una guida non è un capo, né un condottiero; non è un duce, né un comandante. Una guida è soltanto colui che indica una direzione, un cammino, precedendo o accompagnandosi agli altri.

Una guida è in effetti come una “banderuola segnavento”. Essa non indica il vento per volontà, bensì grazie all’armonia generale della sua costruzione, che le consente di disporsi nella direzione del vento, compensando e accogliendo tutte le spinte e le controspinte e vibrando in risonanza con esso.

Una guida non rifiuta, non discrimina, non evita. Una guida non è un blocco di roccia impenetrabile, è più simile a una corrente, a un flusso di marea. Accetta e abbraccia ogni cosa, ne diventa parte e la fa divenire parte di sé, nello sforzo coerente di comprendere armonicamente in sé stesso la maggior quantità di elementi possibili. “Ricordando”, cancella le ombre che lo separano dalla verità e comincerà a riconoscere nel sole il fratello perduto, nella luna una sorella, un congiunto e un amico in ogni parte del creato.

Finché la via unica, Mevlana, quella che sta nel mezzo, nel centro di tutto, diventa il suo unico termine, il punto fisso cui tende con tutto il suo essere ed egli la riconosce.

Proclamarsi guida, al contrario, perché si decide di esserlo, non è che un gesto vano che può avere conseguenze inimmaginabili.

Una guida non è mai tale perché decide e desidera esserlo. Lo diventa automaticamente per struttura non appena questa si è consolidata coerentemente in ogni sua parte. Sono gli altri che si accorgono del mutamento di stato e lo riconoscono in quanto tale. Ma continuerà a non importargli se lo chiamano guida o se lo acclamano con lo stesso nome, “Mevlana”, della via che va cercando.

La sua apertura al mondo è incredibilmente vasta, capace di essere nel flusso della vita, in cui tutto è immerso, e di riconoscere, allora, tutto-in-tutto. Le sue azioni diventano a volte mirabili, a volte incomprensibili ai nostri occhi. E ciò segna la distanza che c’è tra l’uomo comune e una Guida: la “comprensione” e l’abbraccio della vita in ogni sua manifestazione.

Vieni, vieni, chiunque tu sia vieni:

sei un idolatra, un miscredente, un ateo? Vieni.

La nostra non è la casa della disperazione,

e anche se hai tradito cento volte una promessa… vieni!

(epigrafe all’ingresso del mausoleo di Jalāl al-Dīn Rūmī , Konya – Turchia)

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