La sovranità della Repubblica
Fonte: Quartattenzione.net
Il tema della sovranità ha goduto gli onori della cronaca negli ultimi 15 anni come mai prima, pur essendo stato già cavallo di battaglia di un ben noto partito politico nato intorno a gli anni 90’. Tuttavia, in questa occasione non intendo addentrarmi nella storia e nell’etimologia specifica del lemma, né scendere nella nozione di sovranità, voglio limitarmi al senso comune-corrente del termine in relazione alla Sovranità della Repubblica.
In un precedente post ho affrontato l’argomento in questa prospettiva, pertanto non ritornerò sul punto. Piuttosto, con questo breve articolo sono a presentare il documento allegato intitolato “La Sovranità della Repubblica”. Si tratta di una approfondita ricerca, effettuata da me e dal mio gruppo, in merito alla reale situazione della sovranità della Repubblica Italiana. Mi rendo conto che il titolo di tale documento potrebbe ingannare il lettore in quanto, non già scritto per attribuire o sostenere la sovranità della Repubblica Italiana, piuttosto per dimostrarne, evidenze alla mano, la totale mancanza.
L’uomo nel diritto universale
La penisola italica (o appenninica), è fin dall’antichità Luogo d’origine del diritto dai tempi dell’Impero Romano e successivamente del Sacro Romano Impero, quest’ultimo oggi rappresentato, al suo vertice, dal Vicario di Cristo in terra, Vescovo di Roma e Pontefice della Chiesa Romana Cattolica e Apostolica, custode di uno dei più antichi e consolidati testi re-ligiosi e di Legge, la Sacra Bibbia, origine e sorgente primaria del diritto in tutto l’occidente.
È bene rammentare che il giurista di Diritto Romano ha (primo nella storia documentata) creato e definito la Fictio Iuris della persona , elemento fondante di larga parte delle giurisdizioni al mondo; nozione oggi palesata nel canone 96 del CIC.
Il canone 96 del CIC istituisce la Persona attraverso l’incorporazione dell’uomo, che è il primo elemento fondante ed autore di ogni forma di legge sul pianeta, nella Chiesa. Continue reading
Della Radioestesia e del Sentire con il Cuore
Una questione che spesso ci viene sottoposta in Associazione è relativa al perché chiamiamo il nostro percorso di sviluppo del potenziale dell’uomo “Sentire con il Cuore” anziché “radioestesia”. Potremmo semplicemente rispondere che non sono la stessa cosa ma è una affermazione fin troppo riduttiva. L’argomento richiede un commento ben più esaustivo e profondo.
Il termine “radioestesia” è moderno e fu coniato negli anni ‘20 del XX secolo da un bravo pendolista1 francese, l’abbé Bouly, unendo il latino “radius” (raggio) e il greco “estesia” (estensione), per indicare la particolare ed aumentata sensibilità che travalica i cinque sensi2, a cui l’uomo può pervenire mediante l’uso di appropriati strumenti, quali pendolini e forcelle.
Leggi tutto: Della Radioestesia e del Sentire con il CuoreBouly sapeva bene che l’unico e vero strumento è il corpo vivo, ma sosteneva l’inevitabile necessità di amplificare il segnale di percezione attraverso utensili idonei. Il termine, quindi, all’inizio servì a classificare e ad accorpare le tecniche espressamente strumentali con cui espandere il “raggio di azione” personale.